Qualsiasi linguaggio che offenda l'avversario è inaccettabile.
La violenza verbale non mi piace. Quella di ieri e quella di oggi. Non mi sta bene politicamente e nemmeno stilisticamente.
- Pietro Ingrao
Ieri 27 settembre 2015 è deceduto Pietro Ingrao, politico e giornalista italiano. E' stato uno degli esponenti più importanti del PCI.
Per coloro che non sanno chi è stato Pietro Ingrao riporto la sua biografia:
Pietro Ingrao nacque a Lenola (Latina) il 30 marzo 1915 da una famiglia di proprietari terrieri originari di Grotte, in provincia di Agrigento in Sicilia.
Nipote del politico Francesco Ingrao, Pietro frequenta il ginnasio a Santa Maria Capua Vetere e il liceo a Formia dove conosce gli insegnanti Pilo Albertelli e Gioacchino Gesmundo che ne influenzeranno profondamente la formazione.
Ha solo diciannove anni quando partecipa con una propria poesia ai Littoriali della cultura e dell'arte, manifestazione che prevede gare multidisciplinari dedicate a chi vuole far carriera nel Partito Nazionale Fascista; la poesia si intitola "Coro per la nascita di una città (Littoria)" e, caratterizzata dalla retorica mussoliniana, ottiene il terzo posto.
L'attività antifascista iniziò nel 1939 tra gli studenti dell'università di Roma. Laureatosi in Giurisprudenza e in Lettere e filosofia, diventò poi giornalista.
Nel 1940 entra a far parte formalmente del Partito Comunista e partecipa attivamente alla Resistenza.
Al termine della seconda guerra mondiale divenne il riferimento indiscusso di un'area all'interno del PCI schierata su posizioni marxiste creative, attente ai movimenti della società. Rappresentò quindi "l'ala sinistra" del partito (votò tuttavia a favore dell'espulsione dei dissidenti di sinistra, a lui molto vicini, che si raccoglievano intorno al mensile il manifesto). Ebbe spesso profondi scontri politici con Giorgio Amendola, che invece guidava "l'ala destra" o migliorista.
Deputato dal 27 settembre 1950, quando subentrò al mandato del collega Domenico Emanuelli scomparso prematuramente, al 1992, nonché capogruppo tra il 1964 e il 1972, fu direttore del quotidiano l'Unità dal 1947 al 1957. Fu durante la sua direzione, nel 1956, che si trovò a firmare due perentori editoriali (Da una parte della barricata a difesa del socialismo, uscito senza firma il 25 ottobre 1956, e Il coraggio di prendere posizione, pubblicato il 27 ottobre a firma "P. I.") con cui esprimeva una durissima condanna della Rivoluzione ungherese, una posizione filo-sovietica della quale si sarebbe pubblicamente pentito nel prosieguo della sua vicenda politica.
In seguito entrò nel comitato centrale del partito e fu il primo comunista a presiedere la Camera dei deputati dal 1976 al 1979. Fra il 1989 e il 1991 fu tra i massimi oppositori della svolta della Bolognina che portò allo scioglimento del PCI; al XIX e al XX Congresso del partito, nel 1990 e nel 1991, fu infatti tra i firmatari e i principali animatori ed ispiratori delle mozioni di minoranza che si opposero alla linea del segretario Achille Occhetto.
Durante la sua lunga carriera è direttore del quotidiano "L'Unità" dal 1947 al 1957 e deputato della Repubblica dal 1948 e al 1994 (ininterrottamente).
Entrato a far parte della direzione e della segreteria nazionale del partito (VIII congresso del PCI, 1956), Ingrao arriva a ricoprire (succede a Sandro Pertini) l'alto ruolo istituzionale di Presidente della Camera dei Deputati dal 1976 al 1979: nella storia della Repubblica Italiana è il primo rappresentante comunista a ricoprire tale carica.
Dopo il XIV congresso del PCI (1975) è nominato presidente del Centro iniziative e studi per la riforma dello Stato del Pci.
Negli anni '90, pur opponendosi alla sua nascita, contribuisce alla fondazione del Partito Democratico della Sinistra. Ingrao aderì al Partito Democratico della Sinistra dove coordinò l'area dei Comunisti Democratici fino al 15 maggio 1993, quando annunciò infine l'addio al PDS. In seguito è stato un indipendente vicino al Partito della Rifondazione Comunista dal 1996, organizzazione alla quale aderirà formalmente solo il 3 marzo 2005. Ancora alle elezioni europee del 2009 invitava a votare la Lista Anticapitalista, ma nel marzo 2010 dichiarava di votare per Emma Bonino alla presidenza del Lazio e per Sinistra Ecologia Libertà. In vista delle elezioni politiche del 2013, confermò il suo voto per Sinistra Ecologia Libertà, di cui ebbe a dichiarare: è l'unica forza unitaria della sinistra che può ambire a governare il paese ed essere protagonista di un cambiamento reale. Ha affermato di votare Sinistra Ecologia Libertà anche perché a favore dei matrimoni gay.
Ingrao si è sempre dichiarato ateo, sebbene abbia manifestato in molte occasioni profondo interesse per le domande spirituali e per le esperienze religiose altrui più intense e coerenti. Nel 2014 venne creato un sito internet a lui intestato per offrire una sintesi della sua carriera politica e continuare a comunicare coi simpatizzanti. Sposato con Laura Lombardo Radice (1913-2003), aveva cinque figli: Chiara, Renata, Bruna, Celeste e Guido. Muore a Roma il 27 settembre 2015, sei mesi dopo aver compiuto 100 anni.
Nella sua vita Pietro Ingrao ha scritto poesie e diversi saggi politici. tra le sua opere più importanti c'è "Appuntamenti di fine secolo" (saggio pubblicato nel 1995 con la collaborazione di Rossana Rossanda).
Il 20 ottobre 2007 Pietro Ingrao ha portato il suo saluto alla manifestazione di piazza San Giovanni in Laterano (Roma) organizzata dalla sinistra radicale contro il precariato e per i diritti dei lavoratori. È uno dei primi firmatari dell'appello per la manifestazione. Nel 2011 scrive "Indignarsi non basta", risposta a "Indignatevi!" di Stéphane Hessel, appello a non cadere nel disinteresse per la politica.
Altre sue opere sono "L'alta febbre del fare", "Masse e potere" (1977), "Crisi e terza via. Intervista di Romano Ledda" (1978), "Parlamento, regioni, Mezzogiorno" (1982), "Il dubbio dei vincitori" (1986), "Interventi sul campo" (1990), "Variazioni serali" (2000), "Conversazione su «Il dubbio dei vincitori»" (2002), "Non ci sto! Appunti per un mondo migliore" (2003), "La guerra sospesa. I nuovi connubi tra politica e armi" (2003), "Una lettera di Pietro Ingrao. Con una risposta di Goffredo Bettini" (2005), "Volevo la luna" (2006), "La pratica del dubbio. Dialogo con Claudio Carnieri" (2007).
Pietro Ingrao fu un uomo che seppe unire all'impegno politico, una grande umanità.
Se ne va uno dei più grandi dirigenti politici del partito comunista italiano che con coerenza e rispetto per gli avversari politici ha saputo lottare per i diritti dei lavoratori.
Una lezione che in questi tempi bui dove insulti sguaiati, pantomime dentro e fuori il Parlamento sono all'ordine del giorno, dovrebbe essere di monito per tutti coloro che da una parte e dall'altra si occupano della cosa pubblica.
A Pietro Ingrao:
Grazie per le tue parole e il tuo impegno per la collettività.
Possa il tuo esempio essere di stimolo per tutti coloro che ancora credono all'ideale, alla buona politica, quella del servizio, per il bene comune.
Riposa in pace e che la terra ti sia lieve.
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