Vivien Leigh è una tra le più celebri attrici teatrali e cinematografiche britanniche; se fosse ancora in vita oggi avrebbe compiuto 102 anni.
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Nella sua trentennale carriera, fu una prolifica attrice non solo di cinema, ma anche e soprattutto di teatro, diretta più volte dal secondo marito Laurence Olivier, genere in cui interpretò ruoli molto differenti che vanno dalle eroine delle commedie di Noël Coward e George Bernard Shaw, a quelle delle tragedie shakespeariane.
Il suo volto sarà per sempre legato a Rossella (Scarlett) O'Hara, la protagonista del celeberrimo film Via col vento, vincitore di ben 8 premi Oscar, oltre a due premi speciali.
Nata in India il 5 novembre 1913 (come Vivian Mary Hartley) da un alto funzionario inglese delle colonie poco prima della Prima guerra mondiale, Vivian visse in quell'esotico continente fino all'età di sei anni.
Fu la madre a trasmetterle l'amore per il teatro e per la letteratura, narrandole storie della mitologia greca e indiana oltre che le opere di Rudyard Kipling, Lewis Carroll e Hans Christian Andersen.
Successivamente la famiglia si stabilì in Inghilterra dove Vivien frequentò una scuola gestita da suore, il convento del Sacro Cuore di Roehampton, dove divenne amica della futura attrice Maureen O'Sullivan, alla quale espresse per la prima volta il proprio desiderio di svolgere questa professione.
Fu un'infanzia complicata per la piccola Vivien, costretta a subire i rigidi sistemi imposti per darle un'educazione sufficientemente adeguata.
A diciotto anni, spinta dalla vocazione artistica e dalla consapevolezza della sua eccezionale bellezza, si iscrisse all'Accademia di Londra (R.A.D.A.).
Attratta dal teatro, ma interessata anche alla nuova forma di spettacolo che va prendendo sempre più piede: il cinema fece il suo ingresso nel mondo dorato dei set americani nel 1932.
Un anno prima, poco meno che ventenne, era già convolata a nozze con l'avvocato Hubert Leigh Holman.
Un anno prima, poco meno che ventenne, era già convolata a nozze con l'avvocato Hubert Leigh Holman.
Il 12 ottobre 1933 nacque la loro figlia Suzanne: malgrado il lieto evento, la vita matrimoniale e la maternità non risultarono congeniali all'irrequieta indole di Vivian e non la distolsero dalle sue ambizioni artistiche e dall'entusiasmo con cui affrontò i saggi all'Accademia e i primi lavori come modella pubblicitaria.
Colpito dall'interpretazione della Leigh in "The Mask of Virtue", Laurence Olivier la incontrò per congratularsi: tra i due nacque un'amicizia che si trasformò in attrazione reciproca due anni dopo, quando interpretarono il ruolo di due amanti nel film Elisabetta d'Inghilterra (1937).
Alla fine delle riprese divenne chiara la relazione tra i due, nonostante lui fosse sposato con l'attrice Jill Esmond. La Leigh e Olivier iniziarono una convivenza, malgrado i rispettivi coniugi rifiutassero entrambi di accordare loro il divorzio.
Fu nel 1938 che arrivò la grande occasione, vero e proprio biglietto vincente chiamato "Via col vento", film tratto dal fortunatissimo romanzo di Margaret Mitchell.
Fu con questo film che Vivien Leigh vinse un Oscar.
Affascinata dalla lettura di "Via col vento", popolare romanzo di Margaret Mitchell, nel febbraio 1938 Vivien aveva chiesto al suo agente americano di segnalarla al produttore David O. Selznick, che stava preparando una riduzione cinematografica dell'opera e che aveva organizzato un'imponente campagna pubblicitaria per trovare l'interprete adatta al ruolo della protagonista Rossella O'Hara.
Quando Myron Selznick, che era anche agente di Laurence Olivier, la conobbe personalmente, capì che aveva tutte le caratteristiche che il fratello David stava da tempo cercando per la protagonista di Via col vento, con l'unica pecca dell'accento inglese incompatibile con il personaggio di Rossella O'Hara, un'americana del Sud.
Condusse Vivien sul set il 10 dicembre 1938, mentre avvenivano le primissime riprese del film, ovvero l'incendio della città di Atlanta, e la presentò a David O'Selznick e al regista George Cukor, in seguito sostituito da Victor Fleming.
Il produttore rimase entusiasta della bellezza della Leigh, del suo temperamento e della vitalità con cui affrontò i provini. L'attrice vinse la concorrenza delle ultime tre candidate che ancora ambivano al ruolo dell'indomita Rossella, ovvero Paulette Goddard, Jean Arthur e Joan Bennett, e dopo pochi giorni ottenne la parte, iniziando a lavorare con impegno e determinazione per modificare il proprio accento inglese.
Ad inficiare il valore di questa scelta da parte dei produttori non mancano le malelingue. Qualcuno nell'ambiente subito sostenne che avesse approfittato della relazione instaurata, malgrado la fede nuziale al dito, con il celebre Laurence Olivier.
Al di là di come andarono realmente le cose, il successo del film non modificò più di tanto la personalità della Leigh, da sempre più interessata al teatro che al cinema. In questo, fu una diva piuttosto anomala nel panorama hollywoodiano, avendo girato nell'arco della carriera, nonostante le numerose offerte, solo una ventina di film.
Nel febbraio del 1940 Jill Esmond si arrese e concesse il divorzio a Olivier, mentre lo stesso fece Holman con Vivien Leigh, conservando però una stretta amicizia con lei, che durerà tutta la vita; sia la Esmond che Holman ottennero la custodia dei rispettivi figli.
Lawrence Oliver e Vivien Leigh in "Romeo and Juliet" |
Il 30 agosto dello stesso anno, Vivien Leigh sposò Laurence Olivier a Santa Barbara (California), con una cerimonia civile a cui furono presenti solo i due testimoni, l'attrice Katharine Hepburn e lo scrittore e sceneggiatore Garson Kanin.
Nel 1941 girarono insieme Il grande ammiraglio, una delle tante pellicole che Hollywood realizzò con l'obiettivo di spingere il pubblico americano a un sentimento pro-britannico.
Il film, in cui Olivier e la Leigh interpretarono i ruoli di Horatio Nelson e della sua amante Emma Hamilton, ebbe grande successo al punto che Winston Churchill, che per molti anni intrattenne rapporti di amicizia con la coppia, ne organizzò una proiezione privata durante una festa cui partecipò anche Franklin Delano Roosevelt.
La depressione delle donne che interpretava sullo schermo era anche la sua.
Dalla capricciosa Rossella di "Via col vento" alla psicotica Blanche di "Un tram chiamato desiderio" (altro Oscar nel 1951, al fianco di Marlon Brando), i ritratti femminili di Vivien Leigh riflettevano la sua stessa debolezza di vivere e le sue stesse ansie interiori.
L'irrefrenabile passione per il fumo (pare che durante le riprese di "Via col vento" fumasse quattro pacchetti di sigarette al giorno) e una terribile depressione sembravano condannarla, e la situazione non migliorò di certo dopo l'allontanamento da Olivier nonostante sembrasse che i rapporti tra i due fossero sempre ottimi.
Trascorse gli ultimi anni di vita con l'attore John Merival, fino a che una grave forma di tubercolosi, da cui era affetta da più di vent'anni, se la portò via il 7 luglio 1967 all'età di cinquantatré anni.
Nel settembre del 2006 un sondaggio inglese l'ha incoronata la "più bella britannica di tutti i tempi". La sua battuta finale "Domani è un altro giorno" ha sicuramente fatto storia.
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