Tutte le donne di Prassagora

Tutte le donne di Prassagora
Pride and Prejudice, Jane Austen

venerdì 15 gennaio 2016

Le Honest Elections di Seattle



Nel 2014, la città di Seattle fece storia diventando la prima città degli Stati Uniti a passare a un salario minimo di 15 dollari all’ora. Adesso la città è vicina ad un altro importante traguardo politico che potrebbe cambiare radicalmente l’influenza del denaro in politica. Il 3 novembre 2015, gli elettori di Seattle hanno deciso di adottare l’Iniziativa 122, conosciuta anche come l’iniziativa delle “Elezioni oneste”, istituendo di fatto il primo sistema di “vouchers democratici in America e che offre ai cittadini la facoltà di assegnare finanziamenti pubblici ai candidati di loro scelta.
honest-elections
I sostenitori di questa iniziativa sostengono che il programma potrebbe aprire la strada ad un maggior controllo sulle elezioni della città da parte degli elettori. Il voto ha attirato l’attenzione di molti osservatori secondo i quali tale decisione potrebbe essere il più importante passo in avanti verso la riforma del finanziamento pubblico delle campagne elettorali americane.
“Seattle sta sviluppando un modo alternativo di facilitare le piccole donazioni”, ha dichiarato a Mic il professore della facoltà di legge di Harvard e candidato presidenziale democratico Lawrence Lessig, il quale ha fatto della riforma del finanziamento elettorale la questione centrale della sua campagna, aggiungendo: “E’ il più attraente sistema di finanziamento pubblico che possiamo sviluppare”.
seattle-i122
Ecco come funziona: L’iniziativa delle “Elezioni oneste” potrà implementare una serie di regolamenti e legare la campagna di finanziamento a Seattle e le regole di lobbying attorno al sistema dei vouchers democratici. Secondo questo sistema, ogni elettore iscritto riceverebbe per posta quattro coupon da 25 dollari nel corso di un anno di elezioni, per un totale di 100 dollari. Gli elettori possono donare quel denaro ai candidati eleggibili. La partecipazione dei candidati è del tutto volontaria. Se questi decidono di aderire, devono prima raccogliere un numero minimo di piccole donazioni per qualificarsi. Poi, ogni candidato è libero di ritirare i buoni e scambiarli in denaro per finanziare la propria campagna elettorale.
I candidati che partecipano devono rispettare un insieme di regole, compresi i tetti di spesa (che vanno da 150.000 dollari per distretto per le elezioni del consiglio della città, a 800.000 dollari per quelle di sindaco), limiti ai contributi privati, il divieto di raccolta di fondi per conto di gruppi indipendenti, e la partecipazione obbligatoria ad almeno tre dibattiti pubblici. Ai candidati è inoltre permesso di  raccogliere fondi da fonti tradizionali, ma le donazioni sono limitate a 250 o 500 dollari, a seconda della sede. A supporto di questa iniziativa c’è anche una pagina Facebook.
Perché i sostenitori sono entusiasti: Sebbene precedenti tentativi di riforma del finanziamento delle campagne elettorali in stati come il Maine e l’Arizona abbiano avuto risultati contrastanti, i sostenitori pensano che il sistema di voucher di Seattle sarà diverso. “La ragione di pensare che può diffondersi è che non c’è nessun altro sistema di finanziamento dei cittadini che è abbastanza democratico o abbastanza intuitivo come questo“, ha dichiarato Alan Durning, direttore esecutivo dell’Istituto Sightline, un’organizzazione no-profit che ha contribuito a sviluppare l’iniziativa. Secondo Durning, la forza dell’iniziativa sta nel fatto che impegna i candidati a bussare alle porte della gente e trascorrere del tempo a parlare direttamente con gli elettori. “Dal punto di vista di un candidato, questo è un punto di svolta netto”, ha affermato Durning. “I candidati hanno ora un modo per portare avanti il loro mandato e finanziare con successo le proprie campagne perché ogni elettore in città varrà 100 dollari”.

Altri sostenitori dell’iniziativa affermano che consentirà agli elettori a basso reddito di avere maggiore voce nel processo politico. Il professore alla facoltà di legge di Yale, Bruce Ackerman, è stato co-autore di un libro con Ian Ayres intitolato “Voting With Dollars: A New Paradigm for Campaign Finance” che per primo ha introdotto l’idea dei vouchers democratici. “Chiunque, anche se al di sotto della soglia di povertà, otterrà 100 dollari per la democrazia”, ha affermato Ackerman. “Questo è una enorme  responsabilizzazione della gente comune in quanto durante la campagna elettorale ognuno avrà la consapevolezza di essere un cittadino democratico”.
I precedenti tentativi di riforma dei finanziamenti elettorali si sono imbattute in ostacoli costituzionali, alcuni dei quali analizzati e risolti dalla Corte Suprema. Ma Ackerman sostiene che il programma di Seattle alzerà l’asticella della legalità del processo. “Questa proposta è del tutto costituzionale”, ha affermato. “Se sei un candidato e non vuoi competere per i miei 100 dollari di voucher, e puoi raccogliere 10 milioni di dollari, allora vai avanti. Quello che stiamo facendo è dare la possibilità di livellare il campo di gioco”.

Un’apertura per i Millennials: un altro gruppo che potrebbe beneficiare sono i giovani, che secondo i sostenitori dell’iniziativa, saranno più incoraggiati a partecipare alla vita politica. “I Millennials non sono in genere il target per i candidati politici alla ricerca di finanziatori” ha affermato la 33enne Brianna Thomas, una degli organizzatori dell’iniziativa per il consiglio comunale, all’inizio di quest’anno. “Pensano che non hanno i soldi o, se diversamente li hanno, che non saranno coinvolti. I Millennials devono essere coinvolti, invece. Siamo stanchi di essere trascurati. Queste elezioni cercano di dare voce agli elettori comuni”. “La spinta per questo obiettivo è venuta da gente più giovane”, ha detto Estevan Munoz-Howard, un altro organizzatore della generazione millenial che è stato uno dei proponenti dell’iniziativa. “In termini di beneficiari, si parla di giovani, minoranze e chiunque altro sia sottorappresentato nel governo”.



Ma non tutti sono entusiasti: uno dei gruppi in prima fila a opporsi all’iniziativa di Seattle è quello dei “No election vouchers”, che sostiene che la proposta sia semplicemente inutile. Secondo Robert Mahon, ex presidente del Seattle Ethics, membro della commissione elettorale e rappresentante del partito democratico, “l’iniziativa Elezioni Oneste suggerisce la corruzione in una città dove non c’è, o almeno, ce n’è poca. Non abbiamo il problema della permanenza in carica radicata o della paura del cambiamento che si vede in un sacco di altre realtà. Questa iniziativa è più l’utilizzo di Seattle come banco di prova per iniziative che potrebbero essere applicate altrove.” 
Mahon e il suo gruppo sono anche preoccupati per il costo del piano, affermando che l’iniziativa potrebbe tradursi in una maggior spesa di denaro per le elezioni. Con le “Honest Elections” di Seattle,  il comitato che segue l’iniziativa ha ricevuto circa 900,000 dollari di donazioni da tutto il paese, considerando che l’opposizione ha raccolto 44.000 dollari, secondo le informazioni del sito web di Seattle Ethics e Elections Commission. “Penso che a causa di questo programma vedremo un cospicuo aumento del denaro speso per le nostre elezioni”, ha detto Mahon. “Sarà a beneficio degli stessi interessi che attualmente influenzano il nostro sistema”.
I buoni costeranno a Seattle i 3 milioni di dollari per anno, secondo il testo dell’iniziativa, somma che sarà raccolta attraverso una piccola tassa sulla proprietà. Ma Durning ha respinto le preoccupazioni circa il costo del programma. “È sorprendentemente economico”, ha detto. “L’iniziativa è di soli 3 milioni di dollari all’anno. È meno di quanto spende la città in paesaggistica. Se possiamo permetterci quello, possiamo permetterci anche questo”.
democracy-vouchers-seattle-llustration-mullery-exlarge

Un modello per il resto della Nazione? A seguito della campagna di successo di Seattle per aumentare il salario minimo, i sostenitori dell’iniziativa Honest Elections ritengono che la città stia rapidamente diventando un modello per la politica progressista a livello nazionale. “Questa è la strategia politica più emozionante che abbiamo visto sul tema”, ha dichiarato a Mic Josh Silver, il direttore di Represent.Us, un’organizzazione anti-corruzione, che ha finanziato l’iniziativa. Mentre il Congresso rimane paralizzato, Silver dice che il cambiamento deve iniziare a livello locale. Vede un parallelo nella lotta di successo per altre cause progressiste.
“La lotta legata al denaro in politica sta aprendo una nuova pagina delle regole del gioco per il matrimonio egualitario e la depenalizzazione della marijuana “, ha detto Silver. “Si tratta di un approccio strategico promettente che sta cominciando a giocare fuori in tutto il paese. Dobbiamo andare all’appuntamento elettorale, proprio come abbiamo visto con il matrimonio omosessuale, coinvolgere la gente e poi inizieremo a vedere un’ondata di riforme in tutto il paese”. Thomas afferma che se l’iniziativa passerà, Seattle sarà un banco di prova per il resto della nazione.

Il tema dei finanziamenti elettorali è attuale anche in Italia, in cui dopo aver approvato l’abolizione dei finanziamenti pubblici ai partiti, si stanno verificando, almeno per quanto riguarda i partiti tradizionali, una drastica riduzione del personale, oltre che delle sedi di partito, ormai diventate economicamente insostenibili. Il finanziamento pubblico nel nostro Paese era stato previsto principalmente per permettere a chiunque, di qualsiasi estrazione sociale fosse, di poter sostenere i costi ingenti delle campagne elettorali. L’ondata di antipolitica che imperversava in questi anni, acuita dalla crisi economica, ha portato a questa decisione radicale di abolizione totale. Questa sperimentazione che arriva dagli Stati Uniti vuole essere una soluzione di maggior partecipazione al processo democratico da un lato e dall’altro consentire un fundraising più trasparente e indipendente dal finanziamento privato.
Chissà che il “metodo di Seattle” possa essere una soluzione equilibrata anche per noi?


Articolo pubblicato originariamente su "Stream! Magazine"