Tutte le donne di Prassagora

Tutte le donne di Prassagora
Pride and Prejudice, Jane Austen

martedì 26 maggio 2015

Ricordando Enrico Berlinguer



Enrico Berlinguer (Sassari, 25 maggio 1922 – Padova, 11 giugno 1984) è stato un politico italiano, segretario generale del Partito Comunista Italiano dal 1972 fino alla morte e principale esponente dell'Eurocomunismo.

Studiò presso il liceo classico Domenico Alberto Azuni di Sassari, lo stesso in cui negli anni studiarono i presidenti della Repubblica Antonio Segni e Francesco Cossiga, il segretario comunista Palmiro Togliatti e numerosi altri esponenti della politica e della società italiana.


Nel 1943 si iscrisse al Partito Comunista Italiano (PCI). Nel 1944 Berlinguer fu accusato di essere tra gli istigatori di un assalto ai forni di Sassari compiuto per la fame da numerosi cittadini: per questa ragione fu trattenuto in carcere per tre mesi.

Recatosi lo stesso anno a Salerno, già liberata dagli alleati, Berlinguer entrò in contatto con il segretario comunista Palmiro Togliatti, al quale fece subito una buona impressione.

Nel 1949 Enrico Berlinguer divenne segretario della Federazione Giovanile Comunista Italiana (Fgci), l'organo giovanile del PCI, entrando così di diritto nella direzione del partito comunista, al fianco di esponenti di primo piano quali il segretario Togliatti, il segretario della Cgil Giuseppe Di Vittorio, Giorgio Amendola e Celeste Negarville.

Dal 1957 Berlinguer fu responsabile delle Frattocchie, la scuola politica del PCI situata presso l'omonima località dei Castelli Romani, e lo stesso anno si recò in Sardegna per ricoprire il ruolo di vicesegretario, per poi tornare a Roma a lavorare attivamente nella segreteria del partito un anno e mezzo dopo.

Nel 1964, in seguito alla morte di Palmiro Togliatti, il nuovo segretario del Pci divenne Luigi Longo. Berlinguer, due anni dopo, divenne il segretario del partito nel Lazio, e nel 1968 divenne per la prima volta deputato.

Quando nel 1969 le condizioni di salute del segretario Luigi Longo peggiorarono, si decise di scegliere un vicesegretario che lo affiancasse nel lavoro. In quell'occasione, il gruppo dirigente comunista scelse per il prestigioso ruolo Enrico Berlinguer, preferendolo a Giorgio Napolitano.

Nel 1969 si recò a Mosca in veste di vicesegretario, manifestando le prime frizioni tra il Pci e l'Unione Sovietica, tenendo infatti il discorso più critico verso Mosca in quell'occasione.

Nel 1972 Berlinguer subentrò definitivamente a Longo come segretario. Durante questo periodo, il PCI iniziò un dialogo con la Democrazia Cristiana (DC): in quest'ottica, nacque quell'idea comunemente detta compromesso storico.

Il compromesso storico nasceva sostanzialmente dal fatto che in Italia i governi si erano spesso formati escludendo a priori il Pci, per via del suo orientamento filosovietico.

Tuttavia, visto l'allontanamento dei comunisti italiani dall'Urss, Berlinguer puntava a un'alleanza tra diverse forze democratiche per rendere il Pci a tutti gli effetti una forza di governo e mettere l'Italia a riparo da possibili tendenze autoritarie.

Sempre sotto la guida di Berlinguer, il Pci nel 1976 riuscì a raggiungere il suo massimo storico, ottenendo il 34,4 per cento dei voti, rischiando per la prima volta di superare la Dc.

Un tema caro a Berlinguer fu la cosiddetta "questione morale", una campagna moralizzatrice lanciata a fine anni Settanta dal Pci contro un uso sbagliato della Cosa Pubblica.

Nel 1984 Berlinguer si recò a Padova per la campagna elettorale in vista delle elezioni europee. Il 7 giugno, mentre stava tenendo un comizio in piazza della Frutta, fu colto da un ictus.

Palesemente colpito dal malore, portò ugualmente avanti il discorso fino alla fine, nonostante gli inviti da parte della folla a fermarsi. Rientrato in albergo, Berlinguer entrò in coma e l'11 giugno morì.

I suoi funerali si tennero il 13 giugno 1984, presso la basilica di San Giovanni in Laterano a Roma, di fronte a circa un milione di persone e i leader di tutti i partiti italiani, compreso Giorgio Almirante, leader del Movimento Sociale Italiano.

La figura di Berlinguer fu un punto di riferimento per la sinistra italiana e non solo, e spesso è considerato l'esempio di una politica pacata e al tempo stesso appassionata.

Nel 2014 l'ex sindaco di Roma ed ex segretario del Partito Democratico, Walter Veltroni, ha realizzato un film-documentario sulla vita di Enrico Berlinguer, dal titolo "Quando c'era Berlinguer".



Quel che più fa specie dal punto di vista di chi non l'ha conosciuto ma ne ha sempre solo sentito parlare e ha letto i suoi libri è quanto le sue parole siano ancora oggi di una disarmante attualità: ciò che disse sui giovani, sulla politica e il suo ruolo o ancora sulla questione morale nella politica di quegli anni.
La sua intuizione di formare il c.d. "compromesso storico" fu un grande passo avanti nella storia della politica italiana. 

Auguri Enrico, avresti compiuto 93 anni il 25 maggio 2015. 
Avremmo un bisogno disperato ora più che mai di persone di integrità e di carisma capaci di ricostruire la fiducia nella Buona Politica come sei stato tu.

Grazie delle parole che ci hai lasciato, sei ancora una figura di riferimento per coloro che vogliono davvero mettersi al servizio della comunità e che ancora credono sia possibile avere il coraggio di cambiare il mondo.

sabato 23 maggio 2015

In ricordo della Strage di Capaci: per non dimenticare i nostri Martiri della Legalità

La strage di Capaci fu un attentato messo in atto da Cosa Nostra in Italia, il 23 maggio 1992, sull'autostrada A29, nei pressi dello svincolo di Capaci nel territorio comunale di Isola delle Femmine, a pochi chilometri da Palermo.
Nell'attentato persero la vita il magistrato antimafia Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e tre agenti della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro.
Gli unici sopravvissuti furono Paolo Capuzza, Angelo Corbo, Gaspare Cervello e Giuseppe Costanza.
Fu solo il primo del successivo attentato in cui morì anche il suo collega e amico Paolo Borsellino: assassinato da Cosa Nostra con cinque agenti della sua scorta nella strage di via d'Amelio, il 19 luglio 1992, è considerato uno dei personaggi più importanti e prestigiosi nella lotta alla mafia in Italia, insieme a Giovanni Falcone.


domenica 10 maggio 2015

10 maggio: Festa della mamma



Un antico proverbio ebraico recita: "Dio non poteva essere ovunque: è per questo che ha creato le madri".

In Italia nonostante la cultura di stampo maschilista, la figura della madre ha sempre ricoperto un importante ruolo: è il cuore della famiglia.
Spesso ricoprendo il ruolo di figli, non si fa caso a quanto sia grande l'impegno che comporta la maternità.

Per noi è normale che una madre sia multitasking: che lavi, che stiri, che cucini, che pulisca, che rammendi, che faccia la spesa, che sia autista, confidente, "bancomat" e molto altro ancora.
A volte la mamma deve fare persino il papà.

Mentre in altri paesi europei la mamma è qualcuno che ci svezza per poi lasciarci spiccare il volo e con la fine dell'adolescenza, può riprendere la propria vita in mano, in Italia la mamma c'è sempre. Siamo notoriamente un popolo di mammoni, è la verità, ammettiamolo.

Perché per noi la mamma fa tutto! A volte ci litighiamo furiosamente, diciamo: "non voglio diventare così!" per poi renderci conto prima o poi, che anche quando non c'è assumiamo gli stessi atteggiamenti, lo stesso modo di ridere, di parlare, di litigare, perfino lo stesso modo di pensare... Questo perché la mamma ci segue anche quando non sarebbe più tenuta a farlo.
A volte anche troppo, con certi figli che si approfittano di queste madri dal cuore tenero, sfruttandole senza ritegno come baby-sitter a tutte le ore del giorno (feriali e festivi).

A volte, o anche spesso sono invadenti, per noi che agogniamo libertà e autonomia.
Quando però ci vengono a mancare è come se sparisse una metà di noi stessi, come se avessimo perso un pezzo del nostro cuore... Perché la mamma è il nostro modello e il nostro alter ego.

Oggi 10 maggio è la festa della Mamma: sento di dover dire grazie a tutte le mamme speciali del mondo, per il lavoro che hanno fatto e che fanno ogni giorno per noi.
Da figlia so di dover ringraziare la mia buona stella per la mamma che mi è toccata. Devo ringraziarla per i valori che mi ha insegnato e per i sacrifici che ha fatto per la famiglia.

Grazie di cuore Mamma.

venerdì 8 maggio 2015

Considerazioni sul fairplay politico inglese: un modello esportabile?




A proposito di Politica... Notizia di oggi: In Gran Bretagna vince le elezioni l'uscente primo ministro, David Cameron.
Vorrei fare qui una breve riflessione sulla vittoria dei Conservatori in Gran Bretagna:
il leader dei Laburisti, Ed Miliband, decretata la vittoria di David Cameron, ha ringraziato i sostenitori e fatto gli auguri di buon lavoro al nuovo Presidente.

Quello che mi chiedo è: perchè in Italia questo non è una best practice esportabile?
Nel nostro paese le fasi a cui si assiste una volta risaputi i risultati elettorali sono storicamente le seguenti:

1) Negazione dei risultati
2) Enucleazione di teorie complottistiche tra le più bizzarre e fantasiose sul fatto che i risultati siano stati modificati
3) Accuse infamanti di brogli
4) Sbandieramento della presentazione del ricorso avverso i risultati elettorali
5) Sgomento avverso l'impensabile decisione di rigetto del ricorso dell'organo preposto
6) accettazione e rassegnazione subito seguita da cambio di casacca per salire sul carro del vincitore con premio di consolazione
[...]

Meglio non commentare oltre.